lunedì 6 maggio 2013

Tre mesi in Portogallo di Giuseppe Pecchio




Una nuova pubblicazione della collana VIE del Saggio:

Tre mesi in Portogallo di Giuseppe Pecchio, a cura di Carlo Colombo e con introduzione di Marta Boneschi

Anno 1822. In un’Europa oppressa dalle forze reazionarie, la penisola iberica è un orizzonte intriso di esotismo che attira nuove generazioni di spiriti liberali. Tra questi, c’è un protagonista del nostro Risorgimento, un conte milanese dalla mente vivace e dalle idee nette che viaggia da esule attraverso Spagna e Portogallo per sottrarsi alle persecuzioni degli austriaci. Il suo nome è Giuseppe Pecchio e, benché sia un abile spadaccino, decide di combattere di penna annotando con stile giornalistico il suo apprendistato di libertà. Le diciotto lettere che compongono l’«opuscolo rivoluzionario» Tre mesi in Portogallo nel 1822 dimostrano come sia possibile ancora oggi perseguire ideali di indipendenza e partecipazione, e ci restituiscono la cronaca di un viaggio alla scoperta dei primi germogli del pensiero democratico, al contempo socialista e liberale, destinato a spazzare via gli ultimi baluardi della società feudale.


«Se vi fosse tolleranza de’ culti in Portogallo, non vi sarebbero più deserti, non si mancherebbe più di grano pel quarto della popolazione, non mancherebbe più il regno di quattordici manifatture le più essenziali per una stato civilizzato. I quattro o cinque mila tra tedeschi e svizzeri che ogni anno passano all’America del nord quanto meglio non preferirebbero questo clima delizioso, questo suolo omniferace!»

Giuseppe Pecchio

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