martedì 21 aprile 2015

Massimiliano Rossi: "Le meraviglie del cinema di Alice"


Ringraziamo il nostro amico MASSIMILIANO ROSSI per aiutarci a stabilire ponti tra il Portogallo e l'Italia, e per la segnalazione di questa sua interessante intervista pubblicata nel blog Sosteniamo Pereira.

http://sosteniamopereira.org/2015/04/20/le-meraviglie-del-cinema-di-alice/

 “Tornare a Lisbona è stato come incontrare un innamorato dei tempi della scuola. Per quanto le esperienze della vita ti abbiano portato lontano, c’è un palpitare segreto e misterioso che continua a sopravvivere, qualcosa difficile da spiegare e ostinatamente opposto al flusso della vita”

“Le meraviglie”, di Alice Rohrwacher, è stato il film che ha aperto l’ultima edizione di 8 ½ Festa do Cinema Italiano, il festival del cinema italiano a Lisbona. Una storia di passaggio all’età adulta, di rapporti genitori-figli, di famiglie internazionali. Un racconto delicato, fuori dal mondo, e di un mondo, quello della campagna, con le sue semplici gioie e le sue tremende difficoltà, che sta scomparendo. O forse è già passato remoto (come gli Etruschi…) e ne rimangono solo ricordi sbiaditi, come i sogni che si fanno di mattina presto.
A Lisbona, in esclusiva per i media italiani, Sosteniamo Pereira ha incontrato la regista Alice Rohrwacher
Perché eri venuta a studiare cinema a Lisbona e come è stato tornarci da protagonista? Che effetto ti ha fatto?
Tornare a Lisbona è stato come incontrare un innamorato dei tempi della scuola. Per quanto le esperienze della vita ti abbiano portato lontano, c’è un palpitare segreto e misterioso che continua a sopravvivere, qualcosa difficile da spiegare e ostinatamente opposto al flusso della vita.
Venni a Lisbona con un semplice Erasmus, poi venni a conoscenza del corso di cinema documentario della Videoteca Municipale di Lisbona, e decisi di partecipare. Iniziai a lavorare con una grande maestra, Luciana Fina, e insomma, la città mi accolse e mi nutrì, e probabilmente ancora mi nutre.
La scelta di un tema che richiama la tua biografia è stata solo uno spunto narrativo o sentivi l’esigenza di raccontare alcune cose di te sullo schermo, magari giocandoci un po’? Secondo te tutti i film sono un po’ autobiografici?
Questo non è un film autobiografico ma personale, perché conosco molto bene il mondo in cui accade la storia, ma la vicenda è inventata, così come i personaggi. Chiaramente è un film dichiaratamente soggettivo, visto attraverso il filtro del mio sguardo, è un film parziale e che sceglie una prospettiva molto legata alle mie esperienze. Quindi si, forse tutto quello che facciamo è autobiografia fantastica.
A parte l’episodio “La Fiumara” del documentario collettivo Checosamanca, hai collaborato a diversi documentari ma non sei mai stata autrice/regista di nessun documentario e sei passata direttamente con successo al cinema di finzione. Da cosa è stata dettata questa scelta?
Non so se è una scelta, non si sceglie il proprio destino ma solo il proprio percorso. Sicuramente lavorare con la finzione è stata una grande gioia per me, che non riesco molto a rubare dalla realtà, e ho bisogno di chiedere il permesso, ho bisogno di provare, di lanciare delle reti.
Quando fai cinema ti senti totalmente libera o condizionata da vari fattori? Per es. la produzione, le aspettative del pubblico, ecc. Hai avvertito una maggiore difficoltà ad affermarti nel mondo del cinema in quanto donna oppure no?
Credo di sentirmi abbastanza libera, anche se sono parecchio perfezionista e quindi ho paura di deludere me stessa o le persone a cui voglio bene. Il pubblico non lo vedo come un’entità esterna, ma come un popolo di cui io faccio parte, essendo anche io spettatrice, prima spettatrice di un film. Cerchiamo quindi di fare un film che piaccia prima di tutti a noi, lavoratori, troupe, attori, la parte di pubblico che nel film ci lavora.
Non sono mai stata uomo, quindi non so se come uomo sarebbe stato più facile. Ci sono sempre momenti di difficoltà, ma è una grande avventura e non si può pensare sia troppo calma e semplice.
di Massimiliano Rossi
m.rossi“Romano di Roma”, ma lisbonese di adozione, Massimiliano Rossi è traduttore freelancer e insegnante di italiano per stranieri, con una passione per il giornalismo e il cinema.
Per maggiori informazioni: www.proz.com/translator/736160

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