martedì 19 aprile 2016

Finissage mostra Violante Saramago Matos - l'artista incontra il pubblico - 25 aprile, ore 18:00




Il finissage della mostra di Violante Saramago Matos accade, simbolicamente, il giorno 25 aprile - data evocativa della Libertà per entrambi i nostri paesi.

In questa serata Violante incontrerà e dialogherà con il pubblico, guidando una visita alla sua mostra e alcuni studenti di Portoghese leggeranno delle poesie sul tema della libertà.

Lunedì  25 aprile 2016, alle ore 18.00
Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6 (centro storico)
 
Vi aspettiamo numerosi.


O IMPROVÁVEL MUNDO DE ALICE  - L’IMPROBABILE MONDO DI ALICE
alla galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma
dal 7 al 25 aprile 2016
 
L’artista portoghese VIOLANTE SARAMAGO MATOS, espone per la prima volta a Roma nella suggestiva cornice della galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio. Una trentina tra i suoi lavori più recenti, in cui forme schematicamente realiste nella loro apparente semplicità, diventano “realtà ingannevole” che “gioca sull’equivoco di una rappresentazione messa in discussione nella sua normalità”, nelle parole di Giulia Lanciani, autrice del testo del catalogo, disponibile in galleria.
Un’opportunità per il pubblico romano di entrare in questo “improbabile mondo” di una Alice che si potrebbe chiamare Violante: l’opera dell’artista, facendo l’occhiolino alla poesia di Georgina Garrido – che accompagna didascalicamente la disposizione dei quadri – si sviluppa in un percorso che cresce d’intensità fino ad arrivare all’ultimo pezzo esposto, dall’espressivo titolo “Tutto il sentire che si calma”.
La mostra riflette il sentire profondo dell’artista - biologa per vocazione propria, scrittrice e pittrice per vocazione famigliare, figlia dell’artista Ilda Reis e del Nobel della Letteratura José Saramago – ma soprattutto della donna dalle forti e riconosciute  convinzioni sociali e politiche, che l’hanno portata a intervenire nella vita pubblica portoghese da prima della Rivoluzione democratica del 1974. Ora un’altra Violante Saramago Matos si rivela: alla figura impegnata attivamente nelle grandi cause si aggiunge la fine sensibilità di una profonda coscienza umana, che si rivela immediatamente nelle parole dell’incipit di questa esposizione: «Il vero mondo globale è reale soltanto quando rispetta le differenze. Non basta conoscerle, bisogna saperle interpretare e condividere. Dalle parti si fa il tutto.»
 
 
VIOLANTE SARAMAGO MATOS
Nata a Lisbona nel 1947, abita a Funchal (Madeira) dal 1980. Laureata in Biologia, aria in cui ha sviluppato la sua carriera professionale. Da sempre attivista e dirigente della lotta studentesca contro la dittatura e la guerra coloniale, è stata arrestata il 1º maggio 1973, avendo fatto 3 mesi di carcere a Caxias, da dove è uscita senza colpa dichiarata. Dopo il 1974 ha continuato a intervenire nella vita politica, sai a livello di partito, sia in movimenti civici.  È stata deputato all’Assemblea Legislativa di Madeira tra il 1996 e 2000 e nel 2006. Tra il 1997 e 2001 è stata Assessore del Comune di Funchal. Durante circa vent’anni è stata collaboratrice regolare con la rubrica di Opinione nel quotidiano Diário de Notícias di Funchal. È, dal 2007, curatrice della Fondazione José Saramago. Nel 2010 ha fatto la sua prima mostra individuale presso la Casa di Cultura di Santa Cruz, dal titolo “Do calhau”. Ha pubblicato nel 2010 “Na Primeira Pessoa”, testemonianza di una storia personale e nel 2012 “A história num instante – Madeira, 20 de Fevereiro de 2010”, libro che riflette sull’alluvione che nel 2010 ha devastato l’isola di Madeira. Nel 2011 inizia le “Histórias do Quinas”, per bambini, com la pubblicazione di “Ganhei uma casa” e di seguito, nel 2015, “À descoberta”.

«Il forte interesse per l’indagine psicologica delinea le caratteristiche proprie di questa pittura: vi si scopre una tensione che raggela l’immagine e carica di un misterioso fremito quella calma, in preda alle sue energie, lasciando trapelare il filtro emotivo di un animo turbato che medita e si interroga di fronte a tanta quiete, nell’orrore delle vicende che sconvolgono il mondo attuale, ma non solo. V’è implicito un senso di rivolta, mai aggressivo, stemperato anzi da una carica ironica giustappunto nella ricerca di un equilibrio compositivo delle  immagini, dei motivi dominanti nella sua arte. E se la fantasia dell’autrice si sbizzarrisce nell’incastro di forme diverse, tutte si caricano di quei messaggi che la muovono a quietare in quelle forme le sofferenze e le illusioni del genere umano, poiché ella concepisce sempre le sue figure a misura d’uomo, anche dove la presenza umana è assente.»
GIULIA LANCIANI, dal catalogo della mostra.

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