martedì 17 maggio 2016

GIORGIO AVITABILE sul libro “In cerca di identità” di José Gil.

Ringraziamo ISABELLA MANGANI per la segnalazione.


Essere portoghesi. Identità e formazione della soggettività. Dal libro “In cerca di identità”, José Gil.


Scandagliando l’animo di un popolo, José Gil fa emergere alcuni tratti di questo, degli elementi in movimento, che si situano alla base del rapporto del popolo portoghese con la storia e la politica attuale. Gli strumenti di questa analisi sono presi in prestito dalla psicologia sociale ma per un uso filosofico, insieme ad alcuni elementi di Ferenczi, Focault e Lourenço. Gil fa emergere il problema dell’identità all’interno del rapporto di un popolo con il cambiamento storico. Sia quello che gli è proprio, di cui è protagonista e che avviene entro i propri confini,la rivoluzione del 25 Aprile, sia quello globale, cioè al rapporto del portoghese con l’Unione Europea. Cioè al rapporto che si instaura fra una collettività e la sua storia e fra una collettività e la storia in cui è inserita. Il problema è l’impasse in cui si trova il cittadino portoghese, bloccato tra la necessità di trasformarsi per e nel futuro e la recente trasformazione incompiuta, fermo in una schisi temporale fra due blocchi di storia, la Rivoluzione dei Garofani e le nuove esigenze europee. In questo apparente vuoto la formazione della soggettività, intesa come affermazione di tutti gli attributi “mondani”, percorre due sentieri che tentano di colmare il vuoto della narrazione storica:  quello nevrotico, che ingloba nel suo Io il mondo intero, si interessa di tutto tranne che della propria esistenza, e quello paranoico che invece proietta verso l’esterno tutte le sue pulsioni, trasformandosi in vittima. “E’ vero che trasgrediamo a Freud e Lacan, passando dall’inconscio individuale al collettivo. […] Questo passaggio si giustifica perché in un certo modo il salazarismo si definisce precisamente per questo  passaggio: l’istituzionalizzazione o l’elevazione al piano collettivo di meccanismi nevrotici individuali instaura il salazarismo. Si isitituzionalizza la psicosi del dittatore.” (J.Gil, Em busca da identitade – p.16-17) In quanto all’Europa si ha un atto di territorializzazione della realtà da parte della soggettività. Non lo stato che entra in Europa, ma l’Europa che entra dentro il popolo portoghese, che la inghiotte e ne da un volto, territorializza un evento mentre continua coltivare la propria identità. Eduardo Lourenço affermava che ben lontano dall’avere un deficit di identità il popolo portoghese soffre di un eccesso di identità. Un identità territorializzata dalla soggettività. Che consiste nell’essere portoghesi ancor prima di essere uomini.

GIORGIO AVITABILE

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